“Di chi sono al servizio?” Omelia di Papa Francesco del 30 aprile 2015

Noi cristiani siamo inseriti nella storia di un popolo in cammino e la nostra caratteristica è quella del servizio: questo ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata oggi, 30 aprile 2015 a Casa Santa Marta. Prendendo spunto dalla Prima Lettura (At 13, 13-25) il Santo Padre ha sottolineato come il cristiano non appartenga a se stesso ma sia inserito in un popolo in cammino, in una storia, di grazia e di peccato; e dalla Lettura del Vangelo (Gv 13, 16-20) il Papa ha anche sottolineato quale deve essere l’identità del cristiano: quella del servizio. “Essere cristiano – ha detto Papa Francesco – è fare quello che ha fatto Gesù: servire”.

Questa è la trascrizione:

“Il cristiano è uomo e donna di storia, perché non appartiene a se stesso, è inserito in un popolo, un popolo che cammina. Non si può pensare in un egoismo cristiano, no, questo non va. Il cristiano non è un uomo, una donna spirituale di laboratorio, è un uomo, è una donna spirituale inserita in un popolo, che ha una storia lunga e continua a camminare fino a che il Signore torni”.

“Quanti peccatori, quanti crimini. Anche oggi Paolo menziona il Re Davide, santo, ma prima di diventare santo è stato un grande peccatore. Un grande peccatore. La nostra storia deve assumere santi e peccatori. E la mia storia personale, di ognuno, deve assumere il nostro peccato, il proprio peccato e la grazia del Signore che è con noi, accompagnandoci nel peccato per perdonare e accompagnandoci nella grazia. Non c’è identità cristiana senza storia”.

“L’identità cristiana è il servizio, non l’egoismo. ‘Ma padre, tutti siamo egoisti’. Ah sì? E’ un peccato, è un’abitudine dalla quale dobbiamo staccarci. Chiedere perdono, che il Signore ci converta. Siamo chiamati al servizio. Essere cristiano non è un’apparenza o anche una condotta sociale, non è un po’ truccarsi l’anima, perché sia un po’ più bella. Essere cristiano è fare quello che ha fatto Gesù: servire”.

 

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